Ciao a tutti!! Vi scrivo da casa... Il viaggio di ritorno è stato lunghetto, ma è andato bene, i bagagli sono tutti qui con me e le due o tre cosette che in viaggio avevano smesso di funzionare con l'aria di casa sono ripartite serenamente. Ieri mentre dormivo a Casablanca, ho prodotto un'altra puntata della telenovela...24 novembre (16° e ultimo giorno a Nanoro)Ebbene sì, l'ultimo giorno è arrivato. È una sensazione strana, tutto assume un significato decisamente più grande, tutto, anche le piccole cose di ogni giorno: aprire le tende al mattino, ritrovarsi per la colazione, cose che hai sempre fatto quasi con disattenzione, diventano preziose. Davvero vale la pena vivere ogni giorno pensando che sia l'ultimo, se l'effetto è questo!Stamattina manca l'acqua, un bel problema! Non solo per lavarsi e fare i propri bisognini, ma anche per la sala operatoria: ci si lava anche lì e per sterilizzare i ferri senz'acqua le cose si complicano decisamente.Nonostante la siccità, l'attività della sala operatoria va avanti. Ad un paziente a cui devono mettere un fissatore esterno al femore faccio un blocco del nervo femorale, Somè potesse si filmerebbe tutta la procedura, mai visto uno così felice di imparare. Mi ha fatto tutto un discorso in francese sull'importanza che lui attribuisce all'anestesia loco-regionale: non ho capito tutto quello che ha detto ma non posso che essere d'accordo.Ai ragazzi della sala operatoria ho regalato il cavetto per collegarsi ad internet, così hanno la possibilità di studiare un po' anche da lì, ho trovato un po' di siti ben fatti di anestesia in francese, sono tutti molto contenti. Ci ho pensato dopo, ma in effetti per essere un vero anestesista, durante gli interventi bisogna navigare in internet!Dopo pranzo è arrivato il momento dei saluti. La cosa più difficile è stato trattenere i lacrimoni, mi spiace veramente un mucchio lasciare tutta questa brava gente.Mentre aspettavo Henri che tornasse da Ouaga, ho pensato che avevo fatto poche foto, ho preso la macchina e ho cominciato ad aggirarmi per l'ospedale: poi ho capito. Non ce la faccio a fotografare malati e parenti, non mi sembra giusto, anche perchè mentre li fotografi non puoi guardarli e sorridere, non puoi salutare i bambini, non puoi aiutare nessuno. Mentre passeggiavo sono passato davanti alla camera del paziente amputato di spalla e sono passato a vedere come stava. Ho tentato di spiegargli che era il mo ultimo giorno lì e che sarei tornato in Italia: non finiva più di ringraziarmi, di augurarmi buon viaggio e a momenti non riuscivo più a venir via. Le lacrime hanno vinto loro...Sono decisamente felice di essere riuscito a salutare tutta la comunità di camilliani che mi ha ospitato, andare via senza salutare Henri sarebbe stato veramente brutto. In questo periodo mi sono sentito veramente accolto come un membro della famiglia: altro che ospite, mi sentivo a casa, in queste settimane ho guadagnato anche un certo numero di padri e di fratelli! Mi hanno fatto dei regali bellissimi, ricordi splendidi di questa esperienza, che si aggiungono a tutti quelli che ho nel cuore.Alla fine è venuto il momento di partire: padre Lassarre mi ha accompagnato fino a Ouaga, dove abbiamo cenato con la comunità della parrocchia. Io volevo ringraziare per la cena e loro ringraziavano me: le stranezze non mancano mai! Abbiamo anche salutato la comunità del centro medico di Ouaga e poi a nanna, perchè la partenza intelligente con la compagnia marocchina è prevista alle 3.40 del mattino!Dimenticavo un fatto dei viaggi a Ouaga: tutta la strada ovviamente non è illuminata, tranne arrivati a Ouaga, dove si paga il pedaggio. Bene, qui, alla luce dei lampioni, ci sono dei ragazzi che studiano, perchè non hanno la luce in casa e quindi approfittano dei lampioni. Stessa cosa arrivati in parrocchia a Ouaga: alla luce dei lampioni ci sono ragazzi che studiano. Per noi avere una lampada e una scrivani è una cosa assolutamente scontata, adesso che torno a casa apprezzerò di più anche quello.Il viaggio di andata si è distinto per i bagagli in ritardo. Quello del ritorno per ora va benissimo: scrivo da una camera di un albergo fuori Casablanca, a circa 10 minuti dall'aeroporto, dove non pago una lira, ho colazione, pranzo e cena e ho intenzione di dormire tutta la giornata vicino alle mie valigie arrivate senza problemi, in attesa che arrivino le 6 di domani e si riparta per Torino.