15 ottobre: 3^ giorno in Senegal

 Cacchio che caldo, anche stanotte... vabbè... dovrò abituarmi...

Oggi grande lezione sull'importanza di nostra sorella acqua. Con la scusa del caldo mi sono alzato alle 7 ed è stata la mia fortuna: ho fatto l'ultima doccia della mattina con un filino d'acqua. Poi fine della fiera e siccità completa!! Momenti di panico e paura... finché le cose non mancano, è difficile rendersi conto di quanto siano importanti!! Per fortuna l'acqua è poi tornata verso l'ora di pranzo, meno male, anche perchè le lezioni sono sì importanti, ma come metodo didattico mi sembrava un po' rude: se può servire, abbiamo capito! Ora l'acqua non toglietecela più... Grazie! Stamattina giornata di preparazione del corso che andremo a fare all'ospedale di Pikine domani (che genera non poche ansie nel mio gruppetto di lavoro...). Caldo porco, ma finalmente un po' di riposo, almeno per me, mentre Maria Cristina e le altre hanno lavorato comunque un sacco... meno male che ci sono loro!!

 

Dopo mangiato, bucato e barba... cose di poco conto, se non fosse che sciacquando la roba mi aspettavo che l'acqua prima o poi diventasse bianca, poi ho capito che non usciva bianca nemmeno dal rubinetto e quindi potevo smettere di sciacquare... per la barba è già un'impresa in Italia, qui è ancora meglio: non c'è uno specchio e bisogna farla davanti alla finestra della stanza, che sul corridoio è a specchio e dentro fumè.

Ora corsa all'internet point...

 

Bella storia... domani c'è il fantomatico corso che è poi l'obiettivo del nostro essere qua... Non si è capito ancora bene chi ci sarà e quanti saranno, intanto cresce un po' l'ansia e la preoccupazione per domani. Va beh... vedremo!! Oggi han portato il ragazzo con l'osteomielite in un ospedale a Dakar, ha fatto una radiografia e hanno praticamente deciso per un'amputazione. È una delle poche volte che vedo un uomo africano piangere. Ha detto che con questa infezione ha già perso amici e familiari e ha bisogno di un po' di tempo per pensare se morire così o farsi amputare una gamba e vivere poi come un rifiuto della società. Intanto gli abbiamo rifatto la medicazione e la situazione è sempre peggio, una puzza che non si può descrivere e tanto di quel pus che esce dappertutto. Speriamo che prenda una decisione in fretta. Adesso momento riflessivo sul terrazzo, con la musica del “bar” che c'è a 100 m da qui e il rumore dell'oceano, poi scendo in camera e faccio un po' di sauna. Domani vediamo questo famoso corso che fine che fa...

 

16 ottobre: 4^ giorno in Senegal

eccomi qua, dopo la doccia, mentre aspettiamo la cena (qua si mangia con orari assolutamente meridionali...) assalito da orde di zanzare. Chissà che cacchio è successo, ma stasera c'è l'invasione, e naturalmente vincono loro! Si sarà sparsa la voce che siamo qui...

Stamattina abbiamo fatto il corso sull'approccio ABCDE e sul triage al personale del pronto soccorso di qua. Nonostante lo scoraggiamento e la depressione dei giorni scorsi, è stato veramente un successone! Ci hanno preparato un salone della direzione dell'ospedale, con tanto di schermo e videoproiettore e abbiamo cominciato lo show, tutti in divisa perfetta: pantaloni da terapia intensiva azzurri e maglietta bianca di Rainbow. C'erano una decina di partecipanti, tra medici e infermieri, compreso il responsabile del pronto soccorso e l'infermiera un po' abbondante che mi da da piegare le garze. Per fare le cose proprio proprio per bene, abbiamo applicato tutte le regole della formazione, ci siamo presentati (tutto in francese, comprese Sabrina e Simona, che penso non ci avrebbero mai creduto, ma hanno fatto un figurone),abbiamo fatto presentare loro e poi abbiamo cominciato con le lezioni. L'inizio è stato un po' freddino, ma è bastato veramente poco a far emergere il loro interesse e a far sì che partecipassero attivamente anche loro. Sicuramente sono state utili le simulazioni dei casi clinici in piccoli gruppi con noi sdraiati per terra a simulare un paziente caduto dalla moto e loro a visitarci con l'ABCDE. Beh, praticamente abbiamo esportato l'ILS in Senegal... Un successone!! A metà della mattinata, pausa con caffè e dolci gentilmente offerti da noi, che in realtà sono stati una buona occasione per parlare un po' con loro e conoscerci un po' meglio, raccontandoci come funzionano le cose in Italia e imparando come funzionano qua in Senegal. Alla fine di tutto ci hanno anche offerto il pranzo (anche se cucina meglio la cuoca di qua) e poi siamo tornati a casa stanchi ma contenti e sono veramente felice di vedere finalmente un po' di soddisfazione anche negli occhi delle mattacchione con cui condivido le mie giornate, sia quelle un po' più grandicelle, sia le studentesse che sono con noi.

Tornati a casa, giretto al mercato di qui, di Malika, piccolino e poco interessante, ma che abbiamo esplorato a fondo alla ricerca di stoffe: penso che Daniele e Francesca abbiano in progetto di aprire un negozio di stoffe africane, una volta tornati a casa...

Al ritorno birretta al bar della spiaggia, contornati da una serie di figure interessanti del luogo, tra cui un fenomeno abbastanza ubriachello che si è esibito accanto a noi.

Tornando alla maison, mi sono fermato con Cristina a casa del Marabù, che ha un problema agli occhi e gli andiamo a dare un'occhiata praticamente ogni giorno. Piccolo inciso culturale: il Senegal è un paese sostanzialmente musulmano. In ogni posto ci sono delle scuole coraniche, gestite appunto dal marabù, che è una specie di santone che insegna il Corano e le pratiche religiose del buon musulmano ai talibè, che da quanto ho capito sono una roba tipo i primi figli maschi delle varie famiglie. Ciò detto, il marabù di Malika abita a 100 metri da noi, è un bel fenomeno con i rasta e dei bei camicioni appunto da santone e penso abbia una certa predilezione per Cristina. Ci ha fatti entrare in casa sua, in una camera, ci ha spiegato i suoi problemi di salute e ci ha tirato fuori tutto un mucchio di farmaci che gli hanno prescritto chissà dove e a cui abbiamo cercato di dare un senso e un po' di ordine, il tutto tirato fuori da un frigo che aveva lì accanto alla sua sedia, che in realtà usa come armadio (che già non è una cosa proprio normale). Alla fine della nostra performance ci ha fatto tutto un panegirico di ringraziamento e poi ci siamo inginocchiati davanti a lui, abbiamo messo le mani tra le sue e lui ha cominciato a sciorinare una preghiera musulmana di cui non abbiamo capito assolutamente nulla, abbiamo ringraziato e ce ne siamo andati, probabilmente con chissà quale benedizione o maledizione sulla testa... meno male che con noi c'era Ismael, tranquillo e sereno, quindi probabilmente era tutto a posto...

Arrivati a casa, medicazione della gamba praticamente marcia dell'amico di Abu, che fa sempre più pietà, sia in senso figurato, sia sul serio.. spero solo che decida presto che fine far fare a sta gamba... fare le medicazioni non è proprio una passeggiata!!

Per i CULtori della materia, abbiamo identificato una nuova sindrome, la sindrome di Robi, dal nome del cooperante colpito da scagazzo dirompente che da ieri praticamente ci sta pian piano lasciando. Sicuramente un grosso passo avanti per la medicina!!!

 

17 ottobre: 5^ giorno in Senegal

Domenica... oggi niente lavoro: oggi si fa i turisti!

 

Gita all'isola di Goree. L'isola di Goree è un'isoletta a circa 10-15 minuti di battello dal porto di Dakar, patrimonio dell'Unesco e santuario africano. Ebbene, praticamente da quest'isola partivano le navi cariche di schiavi per l'America, dopo aver raccolto i malcapitati dai vari mercati di schiavi dell'Africa. L'atmosfera è completamente differente da quella che ci circonda di solito: qui è veramente un posto turistico, e mi da quasi fastidio vedere tanti bianchi in giro. Poi ci sono i vari venditori di quadri, batik, braccialetti, collane, cappellini, magliette, di cui proprio non sentivo la mancanza. Abbiamo fatto un giretto per l'isola, arrivando fino ad un vecchio cannone su cui ci siamo praticamente arrampicati. Pare sparasse fino a 14 chilometri e che abbia fatto fuori una nave mi pare olandese, ne valeva comunque la pena, almeno per il panorama. Lì vicino c'era poi un monumento a non ho capito bene chi e poi una scarpata a picco sul mare da dove ci hanno detto che buttavano giù gli schiavi che non si riusciva a mandare in america. Tra i vari commenti c'è stato pure un “Beh, almeno prima vedevano un bel panorama”. Pranzo in ristorante, con antipasto di gamberetti, una specie di ravioli fritti, insalata di avocado e poi abbiamo preso il piatto nazionale: riso con pesce e verdure (praticamente quello che mangiamo quasi tutti i giorni...) e poi per finire banana flambè e delle frittelle di frutta. Unica nota veramente positiva: la birra. Al pomeriggio visita all'unica casa degli schiavi ancora conservata sull'isola, dove una guida veramente in gamba ci ha mostrato le varie stanze dove gli schiavi erano rinchiusi, ci ha spiegato un po' questa tratta di esseri umani, facendoci riflettere un po' su questa pagina di storia a cui in effetti non avevo mai dato molta importanza: 20 milioni di persone di cui 6 morte ancora prima di raggiungere l'America. Chissà come è possibile che l'uomo sia in grado di mettere in piedi tragedie così enormi? E poi sui propri fratelli... bene, la maggior parte di queste persone sono partite proprio da qui. Beh, fa un po' gelare il sangue nelle vene. Altro giro ai mercatini e poi è venuto giù un acquazzone degno della Valsesia (per chi non lo sapesse, luogo famoso per il bel tempo...). Ma dimmi te se devo venire a prendermi la pioggia in Africa?! Vorrei proprio sapere chi ci ha consigliato di portare il sacco a pelo (in camera 2 notti fa c'erano 34°) e soprattutto ha detto che la stagione delle piogge era finita! Beh, la pioggia in Africa è una bella esperienza... anche perché non è che sia poi così pieno di posti dove ripararsi, tutto si riempie in un attimo di pozzanghere e anche solo camminare per strada diventa una mezza avventura. La cosa positiva è che spariscono le mosche e finalmente fa fresco, anche troppo... al ritorno l'autista del pulmino voleva battere il record della pista e senza finestrini faceva proprio freschino! Così siam tornati a casa dalla gita belli fradici... c'est l'Afrique!!!