Altra giornata, altro capitolo Grazie ancora a tutti qualli che si sono fatti vivi tramite i potenti mezzi del web: in fondo Italia e Burkina Faso possono non essere così lontani...Continuate a pensare intensamente alla mia valigia, chissà che non accada qualcosa 12 novembre: 4° giorno a Nanoro…Lo yogurt scoperto ieri stamattina era già finito, ho scoperto un’altra cosa: i camilliani ne sono ghiotti e al mattino conviene non fare tardi a colazione (cioè non arrivare 5 minuti dopo …).Oggi secondo labbro leporino della mia vita. In teoria, perché questo a momenti lo accoppavo sul serio, visto che era impossibile da intubare, dopo i miei tentativi anche ventilarlo non era uno scherzo, è morto 3 volte, resuscitato altrettanto e appena torno dovrò accendere un po’ di ceri a varie madonne, che ho scomodato nel frattempo. Alla fine io e il mio collega locale (Gaetano) ci siamo guardati e abbiamo capito che ci eravamo cagati addosso tutti e due!! Il tutto alle 12: come da protocollo deserto in sala, ti guardi attorno per cercare anche solo conforto umano e ci sei solo tu. I chirurghi erano a tavola!!! Quando sono arrivato a mangiare, sudato come se avessi fatto la maratona e con una faccia che vi lascio immaginare Gino (chirurgo italiano che vive qui) mi ha chiesto: “Allora ci riproviamo domani?”, gli ho solo risposto che non era il caso, ma dal mio tono ha capito. Domani è anche venerdì 13!!!!Archiviata la creatura, pomeriggio di routine, poi alle 17 giro in bici con Henry. Ci siamo diretti dopo il mercato di Nanoro, verso delle colline dove mi ha spiegato vanno le anime dei defunti quando defungono (ovviamente) e dove si dice si possa parlare con i morti. Sia Henry sia io abbiamo concordato che ne abbiamo a sufficienza a parlare con i vivi. Anime o meno, il paesaggio di oggi era una cosa incredibile, tutto un sali-scendi in mezzo alla brousse, con alberi spettacolari, campi di miglio, villaggi e capanne, un sacco di bambini che salutano e sgranano gli occhi a veder passare un uomo bianco (parola che in morè significa anche diavolo, il che dovrebbe far pensare). Dopo mezz’oretta siamo tornati indietro e il cambio della bici di Henry ha reso l’anima a Dio. Risultato: sono tornato come una scheggia in ospedale, quasi al buio e per la strada che avevo fatto solo all’andata e appunto all’andata, mentre quello era il ritorno. Arrivato all’ospedale ho trovato Sorghò e gli ho spiegato la faccende dicendo che Henry era da qualche parte x la strada che porta ad un villaggio che mi pare si chiami Purililù. Lui mi ha guardato e mi ha detto che aveva un mucchio di gente che lo aspettava, ma che sarebbe andato a prenderlo in macchina. Cosa potevo fare? “Vuoi che vada io?” 30 secondi e mi sono trovato alla guida di un pick-up che è un incrocio tra una motrice di un TIR, un autobus e una locomotiva e mi sono riavventurato per le strade del posto, al buio, sperando solo di prendere quella giusta. Dopo un quarto d’ora ho raggiunto Henry, dopo aver scoperto che il mezzo non contempla il concetto di ammortizzatore e tantomeno di servoqualsiasicosa. Lui carica la bici nel cassone, faccio manovra e mi dice “Togli pure il freno a mano” bene, ecco cos’era quello spuntone che mi perforava il ginocchio durante il viaggio. Improvvisamente la locomotiva-pick-up è diventata più scattante. Meno male che al ritorno mi guidava lui, perché se non stavo girando col mio treno-fuoristrada ancora adesso!Cena e poi urgenza: vecchietto di 80 anni incornato da un qualche bovino. Da buon bovino ha mirato alla femorale, mancandola di almeno 7-8 cm ma aprendo due begli squarcetti nella coscia del nostro amico, prontamente lavati, disinfettati e ricomposti da Henry. Tutti felici, giro dei malati della chirurgia, in stanze stracolme di gente e di odori e fine della giornata.Attendo ancora con ansia la Nutella con attorno la mia valigia, che contiene anche il mio rasoio. Non ho il coraggio di guardarmi allo specchio, ma al tatto non devo fare una bella impressione. Speravo di radermi col mio, ma mi sa tanto che farò bene a chiederne uno…Domani ultimo giorno di interventi con Daniele e Davide, i due chirurghi di plastica che tornano a casa sabato. Vado a nanna, che domani devo fare lo scatto fulminante per guadagnarmi lo yogurt!!