Ecco un altro capitolo della storia...Grazie mille a tutti quelli che scrivono, chattano, messaggiano, annullando con la tecnologia migliaia di chilometri! Grazie di cuore!!! 16 novembre (8° giorno a Nanoro)Oggi niente sala, ma prima colazione con la nutella!! Che bellezza vedere Perre Henry che si faceva un mega-panino!! Qui basta veramente niente per cambiarti la giornata. A pensarci bene anche a casa niente sarebbe sufficiente, ma forse non ci basta.Oggi mi sono dato all’ortopedia: sono stato in ambulatorio con Maurizio a visitare tutta la corte dei miracoli che si è radunata in attesa dell’ortopedico. Abbiamo visto robe veramente inimmaginabili: da noi sono descritte sui libri, qua esistono sul serio. Se non fosse che quei corpi sono in realtà persone vere e proprie, con vita, emozioni, affetti e tutto il resto, è sempre emozionante vedere che quello che per anni hai studiato esiste sul serio! Il corso di medicina andrebbe fatto qui, non sui libri. La visita qui è un qualcosa di particolare: il paziente per prima cosa paga alla cassa dell’ospedale. Visita specialistica 1000 franchi sefa: d’accordo, sono due birre, o se vuoi 1,40€, ma qui sono già parecchio. Poi ti fanno vedere il loro carnet, un libretto inizialmente giallo, poi di vari colori mano mano che il tempo passa, in cui i medici annotano le varie vicissitudini sanitarie del possessore del carnet. Poi in questo caso le lastre, consegnate quasi come fossero una reliquia, alla fine l’esame obiettivo. Qui viene il bello, nel giro di due pazienti il lenzuolo bianco immacolato diventa rosso come la terra che qui ricopre, avvolge e colora ogni cosa. Dal terzo paziente in poi è lui stesso che stende sul lenzuolo uno di quei teli coloratissimi che le donne si portano sempre dietro, gli uomini sono decisamente più porcelli, come anche da noi. Assistendo ad una visita medica ho anche avuto modo di scoprire cos’è la biancheria intima burkinabè, che non è poi così scontato!Oggi il nostro refettorio era strapieno di gente, è arrivata con so che delegazione del Lions Club. Vabbè, abbiamo mangiato soli soletti nella stanza della televisione. Ottimo riso e pomodori ripieni con maionese e piselli, abbondante birra fresca e ottime banane dell’orto dell’ospedale. Studiatina di francese, riposino e ritorno in ambulatorio. Abbiamo visitato l’altra metà della popolazione ortopedica del Burkina.Alle 16.30 sono andato al mercato a comprare la stoffa per il vestito, mi ha accompagnato in moto il cuoco della comunità di qui. Il venditore delle stoffe è parente del sarto, ha gabbato l’anestesista di Sanremo facendogli pagare le stoffe almeno 2 volte tanto, a me ha fatto un bel pezzo: ho preso delle belle pezze rosse e blu. Vengono 2 vestiti con 6750 franche sefa, praticamente con 10,5€. Siamo poi andati alla bottega del sarto. Il vestito è pronto per il 21, vediamo cosa ne viene fuori. Per il paese ho salutato tutti un po’ in francese, un po’ in morè: sono talmente felici che sembra che hai fatto loro il più grosso regalo del mondo. In meno di 5 minuti ero circondato dal mio plotone di bimbi di ieri, Joseph è il più intraprendente, mi ha chiesto del pediatra (che lavorando sul serio non aveva tempo di fare un giro al mercato) ed è molto contento dei progressi del mio francese e anche del mio morè (sì e no 4 parole).Qui è fantastico: sono quasi tutti musulmani ma non arabi. Il che vuol dire che se ti dicono un prezzo, il prezzo è quello: non cd’è bisogno di contrattazioni estenuanti, ci metti comunque un’oretta per comprare della stoffa, ma tutto è molto tranquillo e pacifico, nessuno si offende e nessuno deve litigare. Pare che siano uomini integri nel vero senso della parola.Nell’ambulatorio di ortopedia abbiamo vistato una ventina di persone. Alla fine di casi guaribili con buoni risultati ce ne saranno 3 o 4, Henri era veramente sconsolato. In effetti a pensarci bene, è veramente deprimente. Quello che è assolutamente impressionante è la dignità e la forza con cui affrontano tragedie come camminare da storpi in posti come questo, avere osteomieliti, con dolore, febbre e pus che improvvisamente si fa strada nella tua pelle o una spalla grossa come un melone per un probabile sarcoma.Oggi niente giro in bici con Henri, speriamo domani.Dopo cena giro veloce tra i malati della chirurgia, a sorridere e stringere le mani dei malati, augurando a loro e ai parenti che dormono per terra nei corridoi o attorno ai letti una buona notte. Alla fine si torna un po’ tristi, ma molto più ricchi alle nostre camere, sotto milioni di stelle e in buio veramente buio. ... a domani ...Un abbraccio grosso Andrea