Un abbraccio grande a tutti.Domani sera a quest'ora mi starò preparando per andare in aeroporto e mi sa tanto che questa è probabilmente l'ultima puntata della telenovela burkinabè scritta in Bukina. Già non ho fatto molto, quel poco è anche frutto vostro, che da casa mi avete fatto sentire meno solo! Vi ringrazio di cuore!22 novembre (15° giorno a Nanoro)bene, mi sa tanto che è arrivata la fine dell'avventura. Oggi mi sono improvvisamente reso conto che parto sì il 25, ma alle 3.30 del mattino, quindi praticamente il 24 notte: domani!! Mi è caduto il mondo addosso, ma poi mi sono ripreso, d'altronde lo sapevo, è una bellissima parentesi, ma la mia vita è un'altra.Oggi in teoria niente sala operatoria, in pratica abbiamo messo su un cesareo urgente e un paziente con ferita all'addome causato da una bottiglia, ma niente di che. Stamattina ho dato una mano a Maurizio con l'ambulatorio di ortopedia, dopo un rapido giro ai malati. Ho rimosso il cateterino del paziente con amputazione di spalla, che mi ringrazia ogni volta che passo da quelle parti. Oggi ha cominciato ad alzarsi ed è una bella soddisfazione. L'hernie du siecle è ancora vivo, e questo è strano, ma va bene così. Mi fanno una tenerezza incredibile, e vorrei abbracciarmelo tutti, ma ne andrebbe della mia professionalità. Lo faccio con lo sguardo, lì non può dire niente nessuno.Perre Henri è a Ouaga con una banda di italiani per qualche congresso, domani mi toccherà partire nel pomeriggio e non so neanche se riuscirò a salutarlo, un grande peccato e un motivo in più per tornare. Sono tutti molto dispiaciuti del fatto che torni già a casa e mi hanno detto che due mesi sono pochi, ma io sono stato qui solo due settimane!! Forse è il segno che qualcosa ho combinato. Meno male...Cominciare a salutare tutti è difficile, e il pensiero di fare la valigia domani è pesante, ma probabilmente anche in questo sta il gusto della cosa: se fosse la normalità avrebbe un altro sapore!Penso che ci metterò un po' a rielaborare tutto quello che ho in testa, tra immagini, idee, profumi, sguardi, puzze, panorami, alberi, villaggi, malati, anestesie, bambini, stoffe, sarti, mercati, pedalate e discorsi con Perre Henri e così via. Chissà se verrà fuori qualcosa di buono. Sicuramente torno a casa decisamente arricchito, con uno sguardo nuovo sul mondo e con tanti amici in un paese lontano sulla cartina ma non nel cuore. Spero che sia un'esperienza che duri e che porti buoni frutti.