20 novembre (12° giorno a Nanoro)Il venerdì qui in teoria non si opera: infatti abbiamo fatto gli interventi più grossi della settimana. Nella sala piccola abbiamo sistemato il nuovo letto operatorio, collaudato con un fissatore esterno per una frattura di bacino. Trattasi di ragazzone finito sotto le ruote di un camion dopo un incidente mentre lui era su una delle motociclette che usano qua (modelli che in Europa non esistono, gli unici che qua resistono). Portato all’ospedale di Ouaga (principale ospedale civile del paese), gli hanno spiegato che non potevano fare niente per lui e che andasse a farsi curare da un’altra parte: infatti eccolo a Nanoro. Secondo intervento ortopedico: amputazione di spalla per un sarcoma del braccio. Qui piccola chicca anestesiologica: sotto lo sguardo curioso del prof. Somè (uno degli anestesisti di qui, probabilmente il migliore) abbiamo realizzato quello che è se non il primo sicuramente uno dei primi blocchi perinervosi continui. Un bel cateterino con approccio interscalenico, grande gioia di tutti e paziente che non si è lamentato minimamente del dolore: una bella soddisfazione. L’unico problema è che non essendoci elastomeri, ho messo su una pompa siringa e questa notte devo andare a rifornirla di anestetico, ma per la fama e la gloria questo ed altro!! In realtà l’unica cosa che mi fa uscire dal letto sono gli occhi del figlioletto del paziente che mi guarda un po’ curioso e un po’ spaventato. Nell’altra sala intervento per un tumore del colon, già operato qualche mese fa, con una bella recidiva. Morale della favola, siamo usciti dalla sala alle 17.15. meno male che il venerdì non si opera! Va da sé che è saltato anche il giro in bici.L’hernia du siecle è ancora vivo, Matusalemme operato alla prostata per problemi sessuali pure, mentre è arrivata un’altra signora che non so neanche se passa la notte. Fare il giro visita di sera è veramente bello! Guardarli negli occhi, stringere decine di mani, sorridere, sentirsi dire coraggio da loro (e non viceversa), salutare, visitare, toccare, carezzare, dire due parole in morè e quattro in francese: che esperienza!Abbiamo messo a punto la macchina dell’emogas. Pare sia l’unico a saperla usare e ogni tanto arriva qualcuno a chiedere un prelievo arterioso. Ormai giro con la borsa e l’eparina in tasca, faccio il prelievo e corro al laboratorio per leggere l’esame, e se ne scoprono delle belle!Stasera con una nuova diavoleria ci siamo collegati con altri amici di Rainbow per una specie di conferenza radio usando internet: veramente notevole! È sempre bello sentire anche le voci degli amici, oltre che contattarli tramite mail o chat.Dopo la conferenza, birrozzo alla buvette con Antonio, il pediatra. È arrivato anche Pierre, un infermiere che lavora in medicina. Curiosa la conversazione con un ragazzo di qui, seduti in un dehor sulla strada principale di Nanoro a bere birra in un posto dove il 97% delle persone che conosco neanche ci poserebbero lo sguardo. Mentre eravamo lì abbiamo visto la stella cadente più grande e lunga della mia vita. Qui le etoile filant (che non sono quelle di carnevale) sono grosse e durano veramente un’eternità: bellissime, mentre le guardi fai in tempo a pensare a mille desideri, non come in Italia. Speriamo si avverino tutti, non solo i miei, anche quelli di tutti quelli che guardano queste meraviglie sotto il cielo del Burkina Faso.Vado a ricaricare la pompa con l’anestetico locale… poi a nanna…

 

Ciao a tutti, oggi giorno di mercato a Nanoro.Un abbraccio grande a tutti da quaggiù 19 novembre (11° giorno a Nanoro)Che stanchezza!! Stanotte alle 3 mi ha svegliato Henri per un paziente caduto dal letto: svegliarsi nel cuore della notte e riuscire a far funzionare il cervello è sempre un’esperienza toccante. Alla fine c’ho pure azzeccato: il paziente sta decisamente meglio e non ha male!Mattinata in sala operatoria, normale routine, con molte chiacchierate con gli amici anestesisti su come avrei fatto io a fare certe cose, quando gliele racconti vedi i loro occhi brillare e alla fine Somè mi ha chiesto se posso metterlo nella valigia per portarlo in Italia a studiare! A parte il fatto che è alto quasi 2 metri, mi ha fatto veramente tenerezza. Sono veramente curiosi, precisi e desiderosi di imparare, prendono a cuore il loro lavoro, e vederli fare le nostre magie con il poco che hanno a disposizione fa bene al cuore. Mi spiace tantissimo che la mia immensa ignoranza del francese non permetta uno scambio alla pari, cioè che riesca almeno a restituire tutto quello che ricevo da loro, prima di partire devo trovare le parole per scusarmi di questo.Oggi è stato montato il nuovo letto operatorio, per l’Africa un prodigio tecnologico. È entrato trionfalmente nelle sala operatoria e domani lo collaudiamo.Abbiamo operato il vecchietto novantenne di prostata e miracolosamente è ancora vivo e arzillo. Il paziente dell’hernie du siecle lo vedo lentamente scivolare verso l’ignoto, mi spiace veramente un mucchio, perché i parenti a momenti mi farebbero una statua e lui stesso quando mi vede sorride alla grande: in realtà ho fatto solo il mio lavoro, e neppure troppo bene, anche se qui non saprei veramente cosa fare di più. Speriamo in bene, il problema è che la sua camera non è come la sala operatoria tra la statua della Madonna e quella di San Camillo. Potrei proporre di spostare le statue!Nel pomeriggio siamo andati a fare un giro al mercato, in meno di 3 secondi tenevo due bimbi in mano, un’altra ventina ci seguiva e non abbiamo fatto altro che salutare almeno 200 persone. Per il mercato arriva a Nanoro un sacco di gente, e tutto diventa particolarmente animato. Il tempo è uguale a ieri, con una strana foschia che rende un po’ triste il bel paesaggio che ci sta attorno e rende predominante la polvere rossa rispetto al bel cielo azzurro dei primi giorni. Comincia a fare fresco. Qui la gente gira alla sera e al mattino con giubbottoni, maglie e cappelli di lana in testa, ci saranno si e no 20 gradi, a per loro fa un freddo cane, dormono avvolti nelle coperte e si capisce bene che per loro è proprio inverno. Per noi fa appena un po’ fresco, anzi a dirla tutta si sta proprio bene!Dopo il mercato siamo andati a Bousse (32 km da Nanoro, sulla pista per Ouaga) a trovare suor Ester, una suoretta campana che da 25 anni è in Burkina, fondatrice di non ho capito bene quale missione per una qualche congregazione di suore. È veramente un personaggio simpatico, che ci ha accolto con succo di ananas e zenzero, riccamente ma fresco e dissetante. Lei gestisce una casa di formazione della sua congregazione e fanno un po’ di lavoretti, abbiamo comprato del sapone al burro di cacao e di karité e delle tovagliette di cotone che loro colorano. Torneremo un’altra volta per prendere altri saponi e del burro di karité. Non sembra ma 32 km su queste strade non sono uno scherzo, anche se il ritorno nel buio della sera africana è veramente unico.Dopo cena giro dei malati con perre Henri, lui li aveva già visti mentre eravamo da suor Ester, ma alla fine si trova sempre qualcosa da fare. È sempre entusiasta qualsiasi cosa gli proponga, all’inizio mi spaventa un po’, ma alla fine i pazienti sembrano andare meglio sul serio e questa mi sembra la cosa più importante! I pazienti e i parenti cominciano a conoscermi e il giro della sera è tutto un saluto e uno stringere decine di mani, sorridendo a tutti, un po’ perché mi sembra il minimo e un po’ perché non capisco quasi niente e con un sorriso mi sento più a mio agio. Ci sono un po’ di casi umani decisamente difficili da metabolizzare, ma alla fine il giro della sera resta uno dei momenti più belli di tutta la giornata.Henri mi ha detto che oggi le bici si sono lamentate del loro ozio, speriamo di riprendere i nostri giri di ciclo-cross domani!!

 

Ciao a tutti!! 18 novembre (10° giorno a Nanoro)Giornata strana: da ieri s’è alzato un vento particolare che ha sollevato in cielo un sacco di polvere, oggi c’è stata foschia per tutto il giorno e stasera non si vedono tanto bene le stelle. Oggi mattinata in sala operatoria, niente di speciale. Ad un certo punto mi hanno chiamato per vedere un vecchietto tipo Matusalemme di circa 90 anni, con un’ostruzione alle vie urinari, che vuole essere operato di prostatectomia per poter avere ancora rapporti sessuali. Nelle condizioni in cui è secondo me muore, ma contento lui. Come già prevedevo il signore con l’ernia inguinale che arrivava alle ginocchia va decisamente male, mi ero appena seduto a tavola e mi hanno chiamato perché desaturava. A me sembrava abbastanza evidente che se per hanno l’intestino abitava nello scroto, ricacciarlo dentro l’addome nel giro di mezz’ora poteva non essere una buona idea, e infatti!! Ci fossimo stati solo io e Somè probabilmente sarebbe andata bene, con tutta la banda di cooperanti italiani che si sono precipitati al letto del malato, è venuto fuori un pandemonio senza senso. Davanti a cose del genere riesco solo a vergognarmi!!Questo pomeriggio visita ufficiale da Sua Maestà Naba Tigre, re di Nanoro. Siamo andati alla reggia, ci ha accolti nella sala, offerto da bere e fatto un bel discorso sulla amicizia tra italiani e burkinabè. Ci ha spiegato i suoi obiettivi per la sua gente: sanità, autosufficienza alimentare, istruzione, strade. Un bel programma, ci sarebbe da imparare anche per i nostri politici. Naba Tigre ha ben 87 anni, ma li porta decisamente bene, molto elegante e cerimonioso, ma mi è sembrato saggio e sincero, mentre ci ringraziava per la nostra presenza qui e ci diceva che Nanoro è anche la nostra casa: per lui non c’è bisogno di documenti o di visti, noi non siamo stranieri qui. Non male come idea!! Naba Tigre ha qualcosa come 35 mogli e vari figli e nipoti, uomo ricco e potente del Burkina, ha una figlia ministro di non so cosa ed è amico personale del presidente, insomma un pezzo veramente grosso!! Vuole assolutamente rivederci prima della nostra partenza per mangiare insieme.Oggi la stanchezza si è impossessata di me: pennichella prima di cena e poi cena con i padri camilliani, sono veramente forti!! In questa settimana si lavora parecchio e mi mancano un po’ i giri in bici dei primi giorni, speriamo che si riesca ancora a farne qualcuno!!Giro visita serale dei malati, esperienza sempre straordinaria, in cui, senza praticamente aprire bocca, stringo decine di mani, regalo e ricevo sorrisi e con il solo sguardo, cerco di dare un po’ di conforto a questa corte dei miracoli di pazienti e parenti che stanno qui. È uno dei momenti più intensi della giornata!!Tornando in camera Henri mi ha confidato che anche lui ha un mucchio di dubbi su quali siano le cose giuste da fare, come aiutare tutta questa gente bisognosa, come gestire il denaro e le cose che arrivano. Lo trovo pesante io che sto solo 3 settimane, per questo piccolo grande uomo deve essere veramente dura!!Sono stanco morto e mi si incrociano gli occhi. Vado a vedere il signore dell’ernia gigante e poi a nanna.Fanno morire dalle risate: tutto il personale della sala lo chiama l’hernie du siecle, l’ernia del secolo. Anche loro non ne avevano mai vista una così grande!!

 

Ciao a tutti!!! Grazie mille per le mail, le chat e tutto il resto, grazie di cuore!! Oggi giornata un po' piattina. Ci si rifarà domani! 17 novembre (9° giorno a Nanoro)Ho da poco realizzati che mancano 8 giorni alla partenza. Sono già triste adesso.Ci sono decisamente troppi italiani. Non sono più abituato, mentre si mangia si parla italiano, si lavora e si parla italiano. Non va niente bene! Cominciano a nascere tutta una serie di discussioni esistenziali sul ruolo della cooperazione, su come si dovrebbe comportare questo e quello, su se sia giusto che i pazienti paghino o meno, se sia giusto puntare su questo o piuttosto concentrarsi su quello. Io è da un po’ che non so più dare giudizi. Non penso sia questo il mio ruolo, non voglio cambiare le cose, voglio solo viverle, assorbirle il più possibile, se ci riuscirò le metabolizzerò a casa, e magari mi verrà qualche idea buona, qui non ci riesco. Mi fa star male vedere come alcuni di noi si affannino e si arrabbino per cambiare la vita di questa gente: ma alla fine ce l’hanno chiesto loro di cambiargli la vita o tanto per cambiare è l’ennesimo sopruso che noi uomini bianchi mettiamo in atto? Qui tutti hanno una risposta per tutto, sanno bene cosa fare, trovano soluzioni. Non so, io non ne sono in grado. Non sono in grado di capire cosa pensi la gente del luogo, e non è detto che le interpretazioni che diamo noi siano poi quelle corrette, così come le soluzioni che troviamo noi possono essere perfette per il nostro modo di pensare, che però è decisamente diverso dal loro.Stamattina sala operatoria: eravamo più bianche che burkinabè, ho retto poco la cosa e mi sono dato al magazzino. Ho trovato tutto già in ordine, ho sistemato le ultime cose arrivate e spostato alcune cose (ad esempio le vie venose centrali, che tanto qui non sa mettere nessuno, se fai una complicanza poi non sai come trattarla e poi servirebbero per somministrare farmaci che tanto qui non riesci ad usare). Sono iniziati gli interventi di ortopedia e quelli di urologia. L’ortopedico viene qua già da parecchio e sa bene come muoversi, l’urologo ha tanta buona volontà, ma non si è reso bene conto che quello che in Italia è la terapia corretta, qui magari no, perché richiede strumentazioni, controlli, terapie che qui è impossibile mettere in piedi. Magari conveniva accorgersene prima di aprire il paziente. Sala lunghissima, abbiamo terminato alle 19.30 passate con un’ernia inguinale di un settantenne che arrivava sotto le ginocchia! Pensavo fosse impossibile riportare tutto quell’intestino dentro l’addome, invece l’intervento è riuscito, ora bisogna vedere se il paziente sopravvive.Sono andato a cena da Gino, il chirurgo italiano che vive qui. Sicuramente è un ottimo cuoco: pasta al pesto con fagiolini e patate, parmigiana di melanzane e torta, il tutto innaffiato da buon vino. Uno spettacolo. Dopo cena siamo andati a vedere le stelle: dopo almeno 20 minuti di viaggio nel cassone del pick-up siamo arrivati in un posto stupendo, dove per 360° si vedevano stelle dappertutto, magnifico, anche se oggi c’è stato un po’ di vento e non era proprio la stellata migliore che il Burkina mi abbia regalato. Si vede decisamente bene Orione, che qui non è in piedi come da noi, ma coricato, si vedono benissimo le Pleiadi, Sirio, Cassiopea, che è molto più larga che da noi e poi milioni di stelle che chissà a quale costellazione appartengono.Tra le varie discussioni c’è chi ha tirato fuori anche il turismo medico, di gente che parte tanto per andare a vedere come stanno le cose, per poter fare quello che a casa propria non fa, per lavarsi un po’ la coscienza, mah … chissà qual è il nostro vero scopo qua …So solo che io sto imparando un mucchio, sto crescendo parecchio e sicuramente torno diverso da come sono partito. Spero anche nel frattempo di essere riuscito a trasmettere qualcosa alle persone di qui, anche solo il fatto che dall’Italia c’è un loro collega che li stima, li rispetta e con loro si è divertito veramente molto, condividendo il nostro mestiere, che è uno dei più belli e divertenti del mondo.un abbraccio Andrea

 

Ecco un altro capitolo della storia...Grazie mille a tutti quelli che scrivono, chattano, messaggiano, annullando con la tecnologia migliaia di chilometri! Grazie di cuore!!! 16 novembre (8° giorno a Nanoro)Oggi niente sala, ma prima colazione con la nutella!! Che bellezza vedere Perre Henry che si faceva un mega-panino!! Qui basta veramente niente per cambiarti la giornata. A pensarci bene anche a casa niente sarebbe sufficiente, ma forse non ci basta.Oggi mi sono dato all’ortopedia: sono stato in ambulatorio con Maurizio a visitare tutta la corte dei miracoli che si è radunata in attesa dell’ortopedico. Abbiamo visto robe veramente inimmaginabili: da noi sono descritte sui libri, qua esistono sul serio. Se non fosse che quei corpi sono in realtà persone vere e proprie, con vita, emozioni, affetti e tutto il resto, è sempre emozionante vedere che quello che per anni hai studiato esiste sul serio! Il corso di medicina andrebbe fatto qui, non sui libri. La visita qui è un qualcosa di particolare: il paziente per prima cosa paga alla cassa dell’ospedale. Visita specialistica 1000 franchi sefa: d’accordo, sono due birre, o se vuoi 1,40€, ma qui sono già parecchio. Poi ti fanno vedere il loro carnet, un libretto inizialmente giallo, poi di vari colori mano mano che il tempo passa, in cui i medici annotano le varie vicissitudini sanitarie del possessore del carnet. Poi in questo caso le lastre, consegnate quasi come fossero una reliquia, alla fine l’esame obiettivo. Qui viene il bello, nel giro di due pazienti il lenzuolo bianco immacolato diventa rosso come la terra che qui ricopre, avvolge e colora ogni cosa. Dal terzo paziente in poi è lui stesso che stende sul lenzuolo uno di quei teli coloratissimi che le donne si portano sempre dietro, gli uomini sono decisamente più porcelli, come anche da noi. Assistendo ad una visita medica ho anche avuto modo di scoprire cos’è la biancheria intima burkinabè, che non è poi così scontato!Oggi il nostro refettorio era strapieno di gente, è arrivata con so che delegazione del Lions Club. Vabbè, abbiamo mangiato soli soletti nella stanza della televisione. Ottimo riso e pomodori ripieni con maionese e piselli, abbondante birra fresca e ottime banane dell’orto dell’ospedale. Studiatina di francese, riposino e ritorno in ambulatorio. Abbiamo visitato l’altra metà della popolazione ortopedica del Burkina.Alle 16.30 sono andato al mercato a comprare la stoffa per il vestito, mi ha accompagnato in moto il cuoco della comunità di qui. Il venditore delle stoffe è parente del sarto, ha gabbato l’anestesista di Sanremo facendogli pagare le stoffe almeno 2 volte tanto, a me ha fatto un bel pezzo: ho preso delle belle pezze rosse e blu. Vengono 2 vestiti con 6750 franche sefa, praticamente con 10,5€. Siamo poi andati alla bottega del sarto. Il vestito è pronto per il 21, vediamo cosa ne viene fuori. Per il paese ho salutato tutti un po’ in francese, un po’ in morè: sono talmente felici che sembra che hai fatto loro il più grosso regalo del mondo. In meno di 5 minuti ero circondato dal mio plotone di bimbi di ieri, Joseph è il più intraprendente, mi ha chiesto del pediatra (che lavorando sul serio non aveva tempo di fare un giro al mercato) ed è molto contento dei progressi del mio francese e anche del mio morè (sì e no 4 parole).Qui è fantastico: sono quasi tutti musulmani ma non arabi. Il che vuol dire che se ti dicono un prezzo, il prezzo è quello: non cd’è bisogno di contrattazioni estenuanti, ci metti comunque un’oretta per comprare della stoffa, ma tutto è molto tranquillo e pacifico, nessuno si offende e nessuno deve litigare. Pare che siano uomini integri nel vero senso della parola.Nell’ambulatorio di ortopedia abbiamo vistato una ventina di persone. Alla fine di casi guaribili con buoni risultati ce ne saranno 3 o 4, Henri era veramente sconsolato. In effetti a pensarci bene, è veramente deprimente. Quello che è assolutamente impressionante è la dignità e la forza con cui affrontano tragedie come camminare da storpi in posti come questo, avere osteomieliti, con dolore, febbre e pus che improvvisamente si fa strada nella tua pelle o una spalla grossa come un melone per un probabile sarcoma.Oggi niente giro in bici con Henri, speriamo domani.Dopo cena giro veloce tra i malati della chirurgia, a sorridere e stringere le mani dei malati, augurando a loro e ai parenti che dormono per terra nei corridoi o attorno ai letti una buona notte. Alla fine si torna un po’ tristi, ma molto più ricchi alle nostre camere, sotto milioni di stelle e in buio veramente buio. ... a domani ...Un abbraccio grosso Andrea

 

Eccoci qua... oggi ottime notizie!! Grazie a tutti quelli che ci hanno pensato, pregato, sperato e chissà cos'altro, la mia valigia è qui con me!!!!!!!!!!!!!Fantastico! I miracoli esistono!! novembre (7° giorno a Nanoro)Esattamente come Qualcuno decisamente più importante di me, il settimo giorno mi sono riposato.Il bimbo che ieri notte doveva morire, tanto per insinuare dubbi nel bagaglio clinico mio e di Antonio (il pediatra), è ancora vivo, anche se totalmente areattivo: un bel successo, non c’è che dire. Quella del 2,8 di emoglobina, dopo idratazione e trasfusione è la bambina più vivace della corsia: questo si che è un successo.Questa mattina è arrivato Henry dicendomi che nella notte ha pensato che è il caso che vada da un sarto. Non avevo idea di essere vestito così male! Ho imparato a non dire di no e ne ho approfittato di Antonio, che doveva andare a far aggiustare anche un vestito che aveva comprato lì una decina di giorni fa. Sì, pare che la gente venga qua per farsi i vestiti. In effetti costano praticamente niente: con 6000 franchi sefa hai camicia e pantaloni coloratissimi e perfetti, cosa vuoi di più? C’è da considerare che la birra che abbiamo bevuto ieri sera (mitica Brakina, birra burkinabè) costa 500 franchi sefa (650 la Flag, che è internazionale) e che per ora ho cambiato 50€ e mi sono trovato in mano 32500 franchi sefa. Se non ho sbagliato i calcoli 500 franchi sefa dovrebbero corrispondere a circa 70 centesimi di euro (quindi la birra di ieri 0,70€ e il vestito circa 9€).Dopo aver studiato per 2 orette un po’ di francese e dopo un’adeguata pennichella, siamo usciti dall’ospedale e siamo stati circondati da un plotone di bambini di qui che ci ha scortati per il paese, Antonio se la cava bene col morè e benissimo col francese e quindi è peino di amici, io piano piano spiaccico qualcosa di francese e comincio a cavarmela, fatto sta che praticamente mezzo paese sa già come mi chiamo e ridacchia un po’ perché in francese Andrea è femminile (i casi della vita…). Con i nostri amici siamo arrivati fin dal sarto, che ha capito come mettere a posto la maglia di Antonio e mi ha preso le misure, tutte a memoria. Ad Antonio ha fatto un bel lavoro, chissà cosa viene fuori! Domani non c’è sala e vado al mercato a comprare la stoffa, la porto al sarto e aspettiamo il risultato! Tornando in ospedale non abbiamo potuto fare a meno di contribuire con un po’ di buon calcio italiano alla partita domenicale. Nonostante io sai del tutto incapace a giocare a pallone, ho fatto la mia porca figura, un paio di buoni passaggi e di contrasti in difesa e alla fine abbiamo vinto anche la partita. Nel senso che non ho capito niente, ma chiedendo alla fine com’era andata ho capito che abbiamo vinto 3 a 2. Scortati dai bimbi fin dentro l’ospedale mi sono fatto la doccia praticamente vestito, così insieme è venuto fuori anche il bucato.Attenzione attenzione: è arrivata la mia valigia!!! Perre Henry è andato a Ouaga a prendere un po’ di gente che arrivava (è arrivata un mucchio di gente: un anestesista e un chirurgo di Sanremo, Maurizio Fasciolo, ortopedico del John Wood Hospital e altri due figuri che non ho ancora identificato, più un’internista e una certa Carmen, che non so cosa combini nella vita) e mi ha subito telefonato che era seduto sulla mia valigia nera con le ruote viola che ormai è conosciuta in tutto il Burkina. Non ha fatto neanche in tempo ad entrare in aeroporto che praticamente gliela avevano già tirata dietro, tra visite, richieste e telefonate siamo diventati il loro incubo, ma tant’è che la valigia è arrivata. Posso smettere di lavare la roba e soprattutto domani si fa colazione con la Nutella!! È bellissimo come anche qui siano veramente felici di come si sia risolta l’avventura della mia valigia. Non sono mai stato coccolato così in vita mia!Dopo cena chiacchieratina con Padre Piero, un sacerdote diocesano che praticamente vive qui e si occupa del laboratorio. Gli ho espresso un po’ di dubbi sulla gestione sanitaria del posto e sui bisogni veri della popolazione, mi ha confermato i dubbi sul fatto che il modello occidentale di sanità (l’unico che peraltro noi conosciamo) qui forse non serve a molto, ma anche che alcune cose apparentemente fuori luogo possono dimostrarsi utili. Ad esempio le vaccinazioni sono fondamentali, ma perché mai dovrebbero far vaccinare i loro bambini, cioè far somministrare un farmaco a bambini sani? Beh, avere una chirurgia funzionante e quindi riuscire a dimostrare che in realtà si è in grado di guarire qualcosa, può permettere di guadagnare la fiducia e quindi di poter fare anche altre attività. Interessante…Che bella la mia valigia in questa camera, da un non so che di veramente spaziale!! Ora che ho recuperato i caricabatterie posso darmi anche alle foto, appena riesco ne mando qualcuna.Domani niente sala, mi dedicherò a mettere un po’ a posto il materiale che ho portato e ad aiutare gli altri, che in confronto a me lavorano un sacco! Non so se è una prerogativa degli anestesisti, ma è una sensazione che ho spesso. Beh, in fondo sono le mie vacanze: se anche non mi ammazzo di fatica, va bene lo stesso, no?! PS: se ho fatto qualche errore con i conti, fatemelo pure notare, se no magari spendo un patrimonio e non me ne accorgo

 

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