Et voilà, la telenovela... un abbraccio grossissimo a tutti!! Grazie per le mail, le chiaccherate in chat e tutto il resto!! 14 novembre: (6° giorno)Oggi è sabato e niente sala operatoria. Al mattino ho fatto il giro con Henry nel reparto di chirurgia, facendo un bilancio dei risultati degli interventi di questa settimana. Tutti i pazienti sono contenti, io più vado avanti capisco che la medicina sfugge veramente ad ogni possibilità di comprensione: puoi studiare quanto vuoi, ma spesso vanno bene anche le cose fatte con i piedi. Mi stupisco non tanto delle cose che vanno male, quanto di quelle che vanno bene nonostante le condizioni igieniche diciamo precarie e la tecnica non proprio certosina. Un vero miracolo! Nonostante la sala fosse chiusa Somè e Kanga (due degli anestesisti autoctoni, veramente bravi) fanno comunque il giro dei malati, controllano le terapie e tengono a banda il codazzo di chirurghi che gira da queste parti. Un anestesista in reparto di sabato l’ho visto solo in Burkina!!Oggi sono tornati a casa Davide e Daniele, i due chirurghi di plastica. Peccato, in fondo erano molto simpatici e ci si divertiva insieme.Nel pomeriggio mi sono messo a studiare francese, sto facendo passi da gigante: ho scoperto che esistono 2 generi, conosco gli articoli, dove mettere gli aggettivi, il presente di essere e avere. Insomma, faccio la mia porca figura! Domani spero di riuscire a imparare ancora qualcosa.Ho scoperto che la mia scheda burkinabè funziona: sono riuscito a sentire Betty e il grande capo Paolo dal CTO e ho chiamato i miei ed Elena. Casa mi manca parecchio e sentire i tuoi cari al telefono è sempre molto emozionante!Oggi è stata anche giornata di pulizia e riparazioni: le bici sono state revisionate e così abbiamo ricominciato gli allenamenti. Henry mi ha spiegato un po’ di burkinabate, ad esempio che prima che venissero convertiti, si pensava che i popoli di qua fossero politeisti. In realtà non è mai stato così: hanno sempre creduto in un solo dio, ma che ritenevano così inavvicinabile da non potersi rivolgere direttamente a lui, ma a tutta una serie di intermediari che di solito erano rappresentati da antenati particolarmente buoni o meritevoli. Mi ha anche raccontato di come qui si ringrazi sempre dei favori ricevuti come se fossero stati fatti il giorno prima, anche se in realtà è passato anche molto tempo: questo perché abbiamo incrociato una donna che ha ringraziato il padre per qualcosa che lui avrebbe fatto ieri, ma lui non si ricordava né cosa avesse fatto, né di averla vista, non solo ieri, ma mai. Allora mi ha anche spiegato che qui è usanza che se io ricevo un favore da te, non vengo direttamente a ringraziarti, ma chiedo ad altre persone di farlo per me. Questo sia perché non sono degno di ringraziarti per il favore ricevuto, ,ma anche perché così un sacco di gente sa del bene che mi hai fatto. Interessante come concetto, un po’ complicato perché ora è quasi mezzanotte e mezza. Sì, perché dopo cena dovevo andare a prendere una birra alla bouvette in paese, con Antonio, lo specializzando di pediatria, ma mentre andavamo ci siamo fermati da uno scricciolo di due anni con la malaria cerebrale, che ha pensato bene di farsi venire le convulsioni, di andare in arresto respiratorio, di farsi rianimare per ben due volte e la terza di non ripartire più, ma di rimanere lì tra qui e l’aldilà, facendo un atto respiratorio ogni tanto. Più di così non si poteva veramente fare, ma dopo sto fatto la birra in effetti era un po’ amara. Morire a 2 anni di malaria fa proprio male al cuore!Dopo la birra ne è arrivata un’altra di 1 anno, 2,8 di emoglobina, disidratata, bucata almeno 10 volte per trovarle una vena da cui è uscita una roba che era talmente annacquata che io avrei faticato a chiamare sangue, ma almeno così poteva fare le sue belle trasfusioni, con gli unici due gruppi che sono rimasti nell’emoteca. Speriamo di vederla meglio domani. Intanto per provare a trovare la vena (che poi ha preso con una botta di culo tremenda l’infermiera) ho sudato come non mai e mi ha punto una zanzara proprio sopra il guanto. Boh, mi sarò preso la malaria anch’io!Sono dotato di rasoio e schiuma da barba e ho riscoperto il piacere di farmi la barba: adesso non sembro più un profugo italiano in Burkina e la gente mi guarda anche un po’ meglio.Domani è domenica e dovrei riuscire a riposare e studiare un altro po’… speriamo in bene!!

 

Un grosso CIAO a tutti... un altro pezzetto della mia avventura. Solo soletto in Africa ma con un sacco di gente che mi vuole bene attorno: grazie mille!!! 13 novembre (5° giorno a Nanoro):Yogurt conquistato!! Probabilmente non tanto per la corsa, ma perché a colazione mancava un po’ di gente. Comunque sia è proprio buono!!Mattinata in sala: ragazzo per amputazione di coscia per un sarcoma complicato dal fatto che la settimana scorsa facendogli la biopsia, gli hanno legato non cosa per cui aveva una gamba con un tumore e un’ischemia, probabilmente anche un’infezione, tanto che faceva un odore che neanche la mascherina riusciva a fermare. Intervento in anestesia spinale, così gli abbiamo risparmiato una generale. Non mi sembrava tanto impressionabile, più tardi vi dico com’è andata a finire. Nell’altra sala c’erano i plastici che facevano una caccia al tesoro nell’ascella di una signora operata al seno un po’ di tempo fa, alla lastra del torace un simpatico filo scuro indicava la garza che qualcuno aveva abbandonato e che ora i miei amici chirurghi andavano a recuperare.A mezzogiorno siamo partiti per Ouaga (partenza intelligente per non trovare traffico) per andare a litigare con il capo dell’ufficio bagagli smarriti dell’aeroporto, perché la valigia non si è ancora vista!!! Il traffico di una città africana all’ora di punta è una roba impressionante! Siamo passati dalla parrocchia dove ho dormito le prime 2 notti e ho scoperto una cosa interessante. Con i camilliani c’è sempre un piatto che ti aspetta dovunque tu vada: alle 15 andava proprio bene. Abbiamo incontrato p. Salvatore Pignatelli che è un pediatra dolcissimo che lavora al centre medical di Ouaga, molto interessato ai nostri progressi nella chirurgia del labbro leporino, tanto che ci ha trovato subito una bimba di 7 mesi con una labio-palatoscisi bestiale. Solo a vederla a momenti svengo e tutti quanti abbiamo concordato che probabilmente non è una chirurgia particolarmente adatta ad un posto come questo. Vi risparmio la litigata col burocrate dell’aeroporto (mi sentivo come Banana Joe negli uffici, eravamo vicini a picchiarli come nel film, ma ne abbiamo fatto a meno), ma vedo la mia valigia sempre più lontana. Tornando a Nanoro, siamo passati dai genitori di Henry, in un posto dove io non andrei neanche a spacciare. Beh la casa dentro non era poi male: pulita, ordinata, accogliente, soprattutto erano tutti contentissimi che avessi fatto loro visita, mi hanno subito preparato una sedia (avrei voluto spiegare che il mio culetto non ne poteva più di stare seduto, ma il mio francese non arriva a tanto), mi sono seduto e mi hanno offerto pure da bere. Mi pare decisamente fuori luogo, che io parta da uno dei paesi più sviluppati del mondo per scroccare ospitalità in Burkina Faso, ma tant’è!!Al ritorno grande chiacchierata con Henry, che è veramente un piccolo (di aspetto) grande (di cuore) uomo (non c’è bisogno di spiegazione). In effetti è giusto protestare per la valigia, non solo per riaverla indietro, ama perché un torto del genere può essere fatto a persone molto più povere, piccole e indifese, e quindi è giusto ottenere giustizia anche per loro! E chi ci pensava?! Abbiamo anche parlato un sacco del tipo di interventi che è giusto o no fare a Nanoro, tipo le tette da ringalluzzire del primo giorno, di perché, come e quanto dovrebbero pagare i pazienti (argomento decisamente interessante: lo sapete che i pazienti in Africa pagano?) e così via. Mi ha parlato anche del perdono, di come abbia due aspetti: chi lo da e chi lo riceve. Se chi lo riceve però non è pentito e non ammette la colpa, il perdono dato dall’altro è del tutto inutile! Aspetto che non avevo sempre considerato!Tornando ho scoperto quanto sia pericoloso guidare di notte, di come all’ultimo ti puoi accorgere che davanti a te c’è una bicicletta o un pedone, ovviamente entrambi senza fanali e di quanto sia buia la notte africana, della quantità incredibile di stelle che si vedono in quel buio e di come tutto sia permeato e sprigioni magia pura!Dopo cena (niente montone, ma riso e stufato di patate) giro dei malati della chirurgia. In alcune stanze ho quasi la sensazione che ormai mi aspettino, anche se dico solo buona sera quando entro e buona notte quando esco (non è che in effetti ci stai tutte queste ore…), annuendo di tanto in tanto e facendo mmmmhhhhh, che qui però tutti interpretano come avessi appena rivelato una verità ancestrale. Ho rivisto il bimbo che ieri non ho intubato (con un brividino lungo la schiena) e soprattutto il ragazzo dell’amputazione di stamattina. Io, vivessi qui e mi dovessero amputare una gamba, penso che preferirei fare il bagno nel barrage e farmi mangiare vivo dai coccodrilli (che pare ci siano davvero). Beh, era felicissimo, mi ha stretto la mano e aveva negli occhi stampata la scritta merci. Ha poi detto che lui è un uomo, che gli uomini non si sciolgono davanti ai fatti della vita, ma rimangono tutti d’un pezzo. Avrà 20 anni! Caspita che lezione!! Questo nostro progetto di cooperazione è del tutto fallimentare: io non sono in grado di insegnare a questa gente niente di così grande. Ricevo un sacco, troppo rispetto a quello che do, posso solo tornare mesto verso la mia stanzetta, guardando estasiato il cielo e l’effetto che fa guardare con gli occhi umidi un cielo stellato a Nanoro. Un abbraccio grosso... a domani Andrea

 

Altra giornata, altro capitolo Grazie ancora a tutti qualli che si sono fatti vivi tramite i potenti mezzi del web: in fondo Italia e Burkina Faso possono non essere così lontani...Continuate a pensare intensamente alla mia valigia, chissà che non accada qualcosa 12 novembre: 4° giorno a Nanoro…Lo yogurt scoperto ieri stamattina era già finito, ho scoperto un’altra cosa: i camilliani ne sono ghiotti e al mattino conviene non fare tardi a colazione (cioè non arrivare 5 minuti dopo …).Oggi secondo labbro leporino della mia vita. In teoria, perché questo a momenti lo accoppavo sul serio, visto che era impossibile da intubare, dopo i miei tentativi anche ventilarlo non era uno scherzo, è morto 3 volte, resuscitato altrettanto e appena torno dovrò accendere un po’ di ceri a varie madonne, che ho scomodato nel frattempo. Alla fine io e il mio collega locale (Gaetano) ci siamo guardati e abbiamo capito che ci eravamo cagati addosso tutti e due!! Il tutto alle 12: come da protocollo deserto in sala, ti guardi attorno per cercare anche solo conforto umano e ci sei solo tu. I chirurghi erano a tavola!!! Quando sono arrivato a mangiare, sudato come se avessi fatto la maratona e con una faccia che vi lascio immaginare Gino (chirurgo italiano che vive qui) mi ha chiesto: “Allora ci riproviamo domani?”, gli ho solo risposto che non era il caso, ma dal mio tono ha capito. Domani è anche venerdì 13!!!!Archiviata la creatura, pomeriggio di routine, poi alle 17 giro in bici con Henry. Ci siamo diretti dopo il mercato di Nanoro, verso delle colline dove mi ha spiegato vanno le anime dei defunti quando defungono (ovviamente) e dove si dice si possa parlare con i morti. Sia Henry sia io abbiamo concordato che ne abbiamo a sufficienza a parlare con i vivi. Anime o meno, il paesaggio di oggi era una cosa incredibile, tutto un sali-scendi in mezzo alla brousse, con alberi spettacolari, campi di miglio, villaggi e capanne, un sacco di bambini che salutano e sgranano gli occhi a veder passare un uomo bianco (parola che in morè significa anche diavolo, il che dovrebbe far pensare). Dopo mezz’oretta siamo tornati indietro e il cambio della bici di Henry ha reso l’anima a Dio. Risultato: sono tornato come una scheggia in ospedale, quasi al buio e per la strada che avevo fatto solo all’andata e appunto all’andata, mentre quello era il ritorno. Arrivato all’ospedale ho trovato Sorghò e gli ho spiegato la faccende dicendo che Henry era da qualche parte x la strada che porta ad un villaggio che mi pare si chiami Purililù. Lui mi ha guardato e mi ha detto che aveva un mucchio di gente che lo aspettava, ma che sarebbe andato a prenderlo in macchina. Cosa potevo fare? “Vuoi che vada io?” 30 secondi e mi sono trovato alla guida di un pick-up che è un incrocio tra una motrice di un TIR, un autobus e una locomotiva e mi sono riavventurato per le strade del posto, al buio, sperando solo di prendere quella giusta. Dopo un quarto d’ora ho raggiunto Henry, dopo aver scoperto che il mezzo non contempla il concetto di ammortizzatore e tantomeno di servoqualsiasicosa. Lui carica la bici nel cassone, faccio manovra e mi dice “Togli pure il freno a mano” bene, ecco cos’era quello spuntone che mi perforava il ginocchio durante il viaggio. Improvvisamente la locomotiva-pick-up è diventata più scattante. Meno male che al ritorno mi guidava lui, perché se non stavo girando col mio treno-fuoristrada ancora adesso!Cena e poi urgenza: vecchietto di 80 anni incornato da un qualche bovino. Da buon bovino ha mirato alla femorale, mancandola di almeno 7-8 cm ma aprendo due begli squarcetti nella coscia del nostro amico, prontamente lavati, disinfettati e ricomposti da Henry. Tutti felici, giro dei malati della chirurgia, in stanze stracolme di gente e di odori e fine della giornata.Attendo ancora con ansia la Nutella con attorno la mia valigia, che contiene anche il mio rasoio. Non ho il coraggio di guardarmi allo specchio, ma al tatto non devo fare una bella impressione. Speravo di radermi col mio, ma mi sa tanto che farò bene a chiederne uno…Domani ultimo giorno di interventi con Daniele e Davide, i due chirurghi di plastica che tornano a casa sabato. Vado a nanna, che domani devo fare lo scatto fulminante per guadagnarmi lo yogurt!!

 

11 novembre:stamattina ho scoperto che per colazione c’è anche lo yogurt … ogni giorno faccio passi da gigante!!Sono andati in sala: prostatectomia per adenoma da una parte e cheloidi (cicatrici schifose per i non sanitari …) dall’altra. I chirurghi di plastica pazzoidi che arrivano da Verona hanno fatto una liposuzione dall’addome iniettando il grasso raccolto sotto le cicatrici, dicono che nuovi studi mostrano che il grasso è ricco di cellule staminali che dovrebbero inibire i fibroblasti e migliorare la cicatrice … boh?! Se lo dicono loro! Stesso gioco con una cicatrice su una gamba! Ho fatto la mia porca figura con una sedo-analgesia con ketamina, diazepam, propofol e a volte una bottarella di alotano!! Magnifique… dopo l’esibizione mi parlava pure Atò, il bellimbusto del primo giorno! Domani ci sono due bimbi: 4 e 1 anno, una cicatrice dell’avambraccio e un altro labbro leporino (al pensiero ho già gli incubi ;-)).La lingua è un problema veramente gigantesco, a parte il fatto che non parlare con nessuno non è divertente, il peggio è quando ti chiedono qualcosa, soprattutto visto che in teoria sei partito da casa, hai fatto migliaia di chilometri e ti ospitano gratis perché tu spieghi loro qualcosa … ora cerco un corso di francese on-line. Non ho visto né stanze da sub-intensiva né carrelli delle urgenze, ho visto solo insetti e scarafaggi in stanze puzzolenti dove stanno 3 pazienti + una decina di parenti che dormono per terra e un sacco di occhi speranzosi che ti guardano con gratitudine aspettando un miracolo (sapessero che lo aspetto anch’io con la mia valigia!!!). Capisco che detto da uno come me faccia un po’ ridere, ma mi sto sforzando di capire cosa veramente servirebbe qui e non so veramente come muovermi … Oggi la suora della sala mi ha guardato preoccupatissima e si è molto distesa quando non le ho chiesto né del magazzino, né di cambiare qualcosa … Ho la sensazione che mi stia sfuggendo qualcosa di importante, ma visto che mi sfugge, non so cos’è: è un po’ come mia mamma quando mi ha detto, prima di partire, “Ricordati di non dimenticare niente!” una parola!!!Oggi pomeriggio altro giro in bici con Perre Henry, che tira come un matto e mi sta allenando per il Giro del Burkina … Ho visto cos’è il barrage (ne parlavano tutti come di una roba talmente ovvia che non mi sono osato chiedere cosa cacchio fosse prima di partire), che poi è un mega-stagno semi-artificiale, in cui l’anno scorso è morto annegato un ragazzo di 19 anni che tagliava da scuola (Henry a momenti moriva dal ridere, quando gli ho detto che è meglio studiare!!). Abbiamo poi continuato per altri 4-5 km e siamo arrivati in un villaggio dal nome impronunciabile con un dispensario sanitario. Fa impressione vedere che la gente qui vive veramente in capanne di fango, senza elettricità e acqua corrente e alcuni sono anche degli infermieri che lavorano nel nostro ospedale, mah!! Anche oggi a momenti tornavamo al buio, ma siamo partiti mezz’ora prima ed è andata molto meglio.Ho imparato la mia prima parola in morè, la lingua di qui: barca, che vuol dire grazie. Storiella del giorno: due camilliani sono andati in missione in Benin e si sono persi. Hanno chiesto ad un ragazzo (a gesti) dove fosse la missione dei camilliani, ma questo non ha capito nulla, allora prima di separasi l’hanno ringraziato: “Barca!”, credendo che anche lì si parlasse il morè (ovviamente non è così …) Beh, il ragazzo a qual punto ha capito, perché uno dei camilliani italiani, che si trovava lì in Benin, si chiama proprio padre Barca e così li ha portati alla missione. Morale della favola: ringraziare è sempre utile!!Penso di aver mangiato troppi arachidi, che qui sono ottimi … Vado a nanna … A domani!!Ah … dimenticavo … purtroppo niente di nuovo sul versante valigia, ma non perdiamo la speranza!!! Un grosso abbraccio a tutti!!!! e grazie a tutti qualli che si sono fatti vivi!!!!! Andrea

 

10 novembresecondo giorno a Nanoro. Oggi abbiamo operato il cucciolo di 9 mesi con il labbro leporino, nonostante la mia anestesia è andata bene, si è svegliato praticamente 40 minuti dopo l’ultimo punto, ma non si è mosso durante l’intervento, che qui è praticamente una novità… Ieri notte ho studiato per almeno 3 ore come pianificare l’anestesia, scoprendo tutte le magagne dell’intubazione del bambino, così me le sono sognate tutte. Come da programma, l’ho indotto in maschera, Gaetano (il capo degli anestesisti locali) ha acchiappato al 2° tentativo la vena (qui non ne ho ancora vista prendere una subito…) e ho cominciato con i farmaci x l’intubazione: circa 5 kg, 2,9 mg/kg di propofol à 1,5 ml e 1,5 mcg/kg di fentanyl à 1,5 ml di 1 ml portato a 10 (che spiegarlo con il mio francese, mentre tenevo in maschera quel coso, ve lo raccomando). Praticamente è morto, lo ventilavo malissimo e l’ho intubato dalla disperazione quando la saturazione ha raggiunto il 92% e la frequenza cardiaca 58 battiti/min (che considerati i 9 mesi era quasi da rianimare…) non so come ma sto benedettissimo tubo 4.0 non cuffiato (mai visto uno prima di allora) ha passato le corde e le mie coronarie si sono di nuovo rilassate … ancora una volta ho la certezza di non essere cardiopatico! Praticamente è successo quasi tutto quello che mi sono sognato nella notte, tranne il bronco e laringospasmo, lo shock anafilattico e una serie di altri disastri che mi vergogno di aver anche solo pensato.Fra l’altro mi hanno spiegato di non preoccuparmi troppo, perché il blocco operatorio è tra la statua della Madonna e quella di S. Camillo, quindi in sala non succede nulla…Va bè, il resto è stato normale routine…Ieri è morto un signore di 38 aa operato per un calcolo vescicale grosso come un uovo, anestesia spinale fatta da quel simpaticone di ieri e sedazione ev con chissà quale diavoleria (visto che non ho più osato avvicinarmi al fenomeno). Fatto sta che per un intervento banale e un’anestesia da meno, è morto…Ci sono un bel po’ di pazienti operati alla prostata, per fare il lavaggio vescicale in continuo, fanno comprare ai parenti (che dormono attorno al paziente e lo assistono) delle bottiglie di acqua minerale, appendono ad un’asta una flebo tagliata e fanno il lavaggio con l’acqua minerale…Ci sono poi una serie di casi umani che viene da piangere solo a guardarli…Oggi pomeriggio sono andato a fare un giro in bici con P.re Henry, che va veloce come una saetta e mi ha fatto tribolare non poco… il paesaggio qua attorno è senza paragoni,m pur non avendo nulla di particolare, ti toglie il fiato, anche solo per il fatto che non ne vedi la fine… il mio padre è una persona eccezionale, che fa tenerezza solo a pensarci, ci siamo fermati a chiacchierare un po’ troppo con il capo del villaggio dove siamo arrivati e così è diventato buio. Qui diventa buio in un attimo, non fai in tempo a dire “Guarda che il sole sta scenden…” che il sole è già scomparso, non vedi più niente e non ti dico che piacere andare in bici a una velocità folle per una pista sterrata che ti raccomando. Ho capito come puoi fare un frontale con altro pazzo come te perché lo vedi solo pochi istanti prima o come puoi incartarti addosso a una capra o a un maiale, che qui hanno l’abitudine di attraversare la strada al momento meno opportuno. P. Henry, che nello scontro moto-maiale a momenti è morto, mi ha raccontato una storia, che spiega il comportamento degli animali al passaggio di un veicolo: tanto tempo fa una capra, una pecora e un cane si fatti portare alle loro case. Arrivata a destinazione, la capra scende e scappa senza pagare. Arrivata anche la pecora, questa paga tutto il dovuto e se ne va. Arrivato anche il cane, paga, ma il conducente non ha il resto da dargli e così rimane creditore. Ecco perché di solito la capra corre senza guardare dove va (ha paura che le si chieda di pagare), perché la pecora o sta ferma o va tranquilla per la sua strada (ha la coscienza a posto perché ha pagato) e perché il cane insegue il veicolo abbaiando (vuole farsi ridare il resto). In Italia non è che serva a chissà che cosa, ma qui dove per la strada incontri capre, pecore e cani, sapere come si comportano può essere utile …Della valigia nessuna notizia, abbiamo sentito non ho capito chi a Ouaga, che ha detto che c’è qualche problema ma non ho capito in che senso … rimaniamo in attesa … Pensate intensamente alla ia valigia nera, con le ruote viola e dentro il barattolone di nutella, chissà che non aiuti gi omini dell'aeroporto a riportarmela... Grazie!!! Un abbraccio a tutti... Andrea

 

Marco ci scrive:

oggi finisce la terza settimana del mio soggiorno qui in Burkina Faso...è tempo di un primo bilancio!L'Africa è sempre affascinante e misteriosa, piena di piccoli mondi diversi tra loro: si passa dal traffico caotico delle grandi città, dove l'odore di gasolio è forte e convivono ricchezza e degrado, si attraversano piste sterrate, che la notte diventano di un buio quasi accecante, pieno, che in Italia non siamo abituati a sperimentare, e si arriva al villaggio. Anche Nanoro, nonostante sia grosso, ha le sue piccole stradine sterrate, con chioschi e banchetti in cui è possibile comprare di tutto, odori sempre diversi e a volte forti... la vita sembra scorrere più lenta, calma... La chiesa - sempre l'edificio più bello - e poi l'ospedale.Il St. Camille è grosso, i suoi padiglioni si estendono per un grosso spazio nel paese, e ci sono zone che ancora non ho visitato!Le sale operatorie sono 2, con un blocco operatorio nuovo, molto bello. Sono presenti una discreta quantità di materiale e strumentazione, insieme ai farmaci più svariati.Vi è una presenza costante di diverse persone italiane, che vengono qui a vario titolo. Ma la mancanza di coordinazione, di un controllo stretto, porta spesso al caos: vengono portati materiali e farmaci non adatti ad essere utilizzati in questo posto, che si accumulano, scadono, e vengono buttati via inutilmente... si creano "progetti" senza coordinazione, senza quasi una logica, che richiedono un notevole dispendio di energie per essere gestiti, e intralciano il lavoro di altri.Questa situazione trova ripercussioni anche sul lavoro in sala operatoria: si creano abitudini ad usare farmaci non reperibili qui in Burkina, che spesso ci si trova a non avere più disponibili con notevoli difficoltà da parte del personale locale; inoltre i tanti chirurghi italiani qui impongono ritmi di lavoro e pongono indicazioni chirurgiche per interventi che non sarebbero adatti ad essere eseguiti in questo posto, con tutte le conseguenze del caso...Il progetto procede discretamente: dalla prossima settimana dovrebbe entrare in funzione una nuova sala di risveglio, per il monitoraggio più stretto del postoperatorio dei pazienti più critici.il progetto di formazione è stato accolto molto bene, anche se la sua realizzazione sarà molto lunga visto il grosso carico di lavoro. tuttavia noto molto interesse e curiosità, specie in alcuni degli anestesisti che mi inondano ogni volta di "perchè?". sono contento di questo.Ieri giro in capitale, una piccola parentesi turistica... la sera birra sotto le stelle al bar del paese con un gruppo di pediatre di Firenze.l'altra notte mi ha molto colpito il giro in reparto di chirurgia: siamo entrati in una stanza, piena di quell'odore di gangrena che non può essere descritto, in cui erano ricoverate persone molto gravi, alcune malate terminali. mi ha colpito la maniera in cui ridevano e scherzavano con noi, quasi non fosse importante la loro condizione in quel momento. come stai? "lafi"...bene, si sta sempre bene qui! bilfu!Marco

 

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