Continua la missione.... dal diario di Betty
Oggi è domenica, da sei giorni qui a Nanoro, da sei giorni in Africa. Le idee sono forse un pò più chiare, su come funziona l'ospedale, sui personaggi che ci lavorano, sulle gerarchie, ma le emozioni, quelle, sempre più confuse.
Questa settimana è stata veramente un miscuglio vorticoso di percezioni, informazioni, conoscenze; le giornate sono state caotiche, veloci ed allo stesso tempo lunghissime.
Siamo stati praticamente sempre dentro la struttura tranne l'escursione a Uaga con Gino, una passeggiata al villaggio al tramonto e una visione spettacolare di un cielo stellato da un'osservatorio naturale, un posto veramente magico!
E' facile essere risucchiati dalla struttura, ospita gente diversa, o almeno in questa settimana ha accolto anche altri italiani con i quali ci siamo fermati e confrontati: Claudio e Martina, sposati, coetanei, due scouts in missione per la seconda volta in Africa, sono stati i nostri logistici, hanno fatto un pò di tutto, ma la loro impresa più grande è stata quella di aver riempito l'opedale di cestini per la spazzatura, fatti da un fabbro del villaggio, sono partiti tre giorni fa con l'intezione di tornarci il più presto possibile. Poi abbiamo conosciuto Enzo e Maria, due piacentini in pensione, malati d'Africa che stanno girando con un fuori strada (NB: per Paolo o Gian: lo vendono, è bellissimo!).
Loro sono stati ospitati da un'altra struttura religiosa, i Fratelli del Sacro Cuore, qui a due passi, che si occupa principalmente dell'istruzione dei bimbi e dei ragazzi della regione. Loro sono partiti ieri. L'ultimo italiano conosciuto è Umberto, ancora qui, anche lui ospite dei fratelli del Sacro Cuore, abita a Torino ma milanese di origine, osteopata, qui già da più di un mese, tutti i giorni è qui in ospedale ad accudire malati, soprattutto i bimbi.
Insomma, personaggi diversi ognuno con una motivazione diversa. Ed è forse proprio questa la principale caratteristica di questo posto, o almeno lo è stata in questa settimana.
I Camilliani sorreggono la struttura ospedaliera, suore, padri e frati, ma ci lavorano anche laici che sono la maggiorparte. Fra' Sorgho è il direttore dell'Ospedale infermiere specializzato in anestesia.
In questa prima settimana sono stata sempre in chirurgia, tre giorni in sala , gli altri ho segito il giro dei chirurghi. Matteo invece ha iniziato in pediatria per seguire le mamme nell'igiene dei bambini, ma è stato poi riassorbito in chirurgia, cercherà di far passare qualche nozione di igiene ambientale, agli infermieri ma soprattutto ai parenti. Ci sono ben 72 posti letto, ma possono arrivare a 90, inglobando alcuni posti della maternità. La stanze sono da tre o sei posti letto, ci sono le zanzariere alle porte, ma vengono sempre lasciate aperte, dando libero accesso a mosche e cantaridi, quest'ultime se ti pungono provocano un'ustione profonda. La maggior parte dei letti ha le zanzariere, ma oggi Fra Sorgho ci spiegava che molti se le portano via quando vengono dimessi.
I primo giro in chirurgia con Padre Henrì l'ho fatto di sera, interminabile, i malati non finivano più, c'era un caldo infermale ed un'umidità spaventosa, odori fortissimi di sudore misti ad urine. Ogni paziente è accompagnato da famigliari, dormono per terra su delle stuoie : mamme con a seguito bimbi che non si possono lasciare a casa, nonne con nipoti, fratelli, genitori che accudiscono i loro figli; le stanze da sei divengono da quindici. Cateteri vescicali e drenaggi riversi a terra dove è facile trovare anche del fango e terra visto che siamo ancora in piena stagione delle piogge. Sfido chiunque a non farsi prendere dallo sconforto, ma vi assicuro che l'aria è si viziata da odori forti e sgradevoli, ma è comunque carica di qualche cosa d'altro: nell'ultima stanza quella sera mi sono accorta di quanto colore ci fosse, lenzuola, stoffe e stuoie variopinte, tegami e stoviglie, acconciature varie, abiti bellissimi, cristiani e mussulmani assieme, visi malinconici, ma pronti ad esplodere in un sorriso.
Insomma, Matteo ha semplicemente pensato a dei ganci per appendere cateteri e drenaggi ai letti; ad alcuni cartelli illustrati, e cosa più difficile ad alcune nozioni di igiene del malato da trasmettere ad una figura che si occuperà di questo.
La chirurgia qui è cresciuta, gli interventi sono diversi, da semplici ernie, a gozzi, ad isterectomie e miomectomie, calcoli renali, fratture, amputazioni, tagli cesarei, perforazioni intestinali, tumori alle mammelle, gastici, linfomi. Mi sono chiesta il senso di alcuni interventi qui: il voler superare certi limiti è arrivato anche qui, forse. Fra Sorgho mi raccontava di screzi tra chirurghi ed anestesisti su alcune indicazioni chirurgiche in malati terminali...vi ricorda mica qualche cosa?
Tutto il mondo è paese: parli con il chirurgo che dice che opera tutto e tutti, parli con l'anestesista che dice che bisogna impostare assolutamente dei limiti!
Solo oggi siamo riusciti a parlare, e Fra Sorgho mi ha detto che una delle prime cose da definire sono le indicazioni chirurgiche e che è assolutamente necessario impostare dei limiti. Non posso che essere d'accordo!
I chirurghi sono stati formati da Gino, chirurgo italiano, ormai qui da sette anni, sono assolutamente discreti e sufficientemente puliti.
Gli infermieri anestesisti sono cinque: Fra Sorgho, il responsabile; Gaetano, il facente funzioni, in quanto Fra Sorgho come direttore della struttura è spesso assente; ci sono poi Somè, Hato e Zongo.
Solo oggi sono riuscita ad avere un'udienza con fra Sorgho, gli ho chiesto che mi aprisse la sala operatoria per vedere assieme le cose da fare e sistemare.
Sorgho è il più preparato, ha studiato un anno a Roma, ha imparato molte cose e vorrebbe applicarle qui; sa dove sbagliano e riconosce gli errori, ma gli altri non lo seguono; ha bisogno che si correggano vizi e che si formino gli infermieri anestesisti; mi ha parlato anche di centrali, cateteri puridurali per l'analgesia (sui quali gli ho detto che ho molti dubbi, visto le condizzioni igieniche!), blocchi, elastomeri,pompe siringa; vorrebbe creare una semi-intensiva, in effetti lo spazio c'è ed è munito di ossigeno. C'è anche un emogasometro, inutilizzato perchè quando si stacca la corrente bisogna poi cambiare tutto il kit ed è uno sperco. Ci sono armadi pieni di roba inutilizzata, sporca e in disordine, centinaia di tubi, sondini nasogastrici, maschere laringee, Venturi , cateteri vascolari centrali, aghi da elettrostimolatore, tracheo, sondini da aspirazione a circuito chiuso, ho trovato anche uno Swan-Ganz, (non so veramente chi possa mandare certe cose!), elastomeri, cateteri peridurali, moltissimi kit sterili per spinali, aghi da spinale, tubi per l'intubazione selettiva, e sicuramente mi sono dimenticata qualche cosa. Le sale sono tutte da riordinare, anche qui c'è di tutto mischiato sporco scaduto. Ho reclutato Matteo e Umberto domani iniziamo a mettere in ordine con fra Sorgho e suor Augustina.
Come vi ho accennato, in questi giorni ho voluto vedere come lavorano, ho fatto poco ed ho principalmente chiesto ed osservato.
Ho sbirciato in farmacia ed ho visto quello che hanno a disposizione; domani iniziamo a riordinare per vedere bene che materiale c'è, così martedì si ricomincia in sala con le idee più chiare.
Insomma in sala mi chiamano scherzosamente General....e allora che ordine e disciplina sia!