Un grosso abbraccio a tutti, stavolta dal Nord. Ci siamo spostati...

 


22 ottobre: 10^ giorno in Senegal
Questa mattina giro in discarica. Qui a Dakar c'è una discarica gigantesca. E fin qui tutto normale. Il problema è che la discarica è anche un quartiere di Dakar, con un mucchio di gente che ci vive dentro, in condizioni per lo meno subumane. Gli altri nei primi giorni sono riusciti a fare un giro nelle discarica, io con la partenza intelligente me lo sono perso, oggi ci siamo fermati all'ambulatorio all'inizio della discarica. Non è tanto all'interno, ma già qua l'odore è bestiale e ci sono rifiuti dappertutto. È veramente difficile immaginare cosa ci sia più all'interno.
Daniele, Valentina e Roberto hanno lavorato per un po' in questo ambulatorio e ormai sono di casa. Hanno fatto tutto un lavoro per migliorare la maniera in cui fanno le medicazioni, con la potabilizzazione dell'acqua, il montaggio di un serbatoio per il lavaggio dei ferri e una check-list con tutta la procedura. Oggi abbiamo finito di montare la check-list al muro e già che avevamo il trapano in mano, abbiamo montato due ventilatori al muro. Poco sanitario, ma sempre cooperazione...
Ritorno a casa e poi pranzo veloce per andare presto in ospedale, per consegnare i materiali sanitari che abbiamo portato dall'Italia. Cerimonia ufficiale con i rappresentanti dell'ospedale, della discarica e del distretto sanitario in cui abbiamo lavorato. Qui in Africa le cerimonie sono sempre una sorpresa, con i discorsi di tutti i partecipanti che si ringraziano a vicenda e si lodano uno con l'altro. Non so quanto di vero ci sia in tutto questo, ma alla fine mi sembravano comunque seriamente contenti del lavoro in ospedale e del materiale consegnato. Ritorno a casa e bagno nell'oceano, veramente fantastico, con onde potenti che ti spostano alla grande e alla fine esci decisamente più stanco di quando sei partito. Doccia, cena e poi l'ultimo te sul tetto della casa di Malika. Domani sveglia presto e poi viaggio fino a Kassak Nord.


23 ottobre: 11^ giorno in Senegal
Oggi sveglia presto e abbiamo caricato armi e bagagli su un fantastico pulmino scassato, che anche solo a vederlo è uno spettacolo, poi partenza.
Viaggio della speranza fino a St. Louis, ridente località costiera del Senegal, con nulla di interessante se non il paesaggio e le innumerevoli fermate a vari posti di blocco per controllo documenti e vari regali ai poliziotti locali. A St. Louis sosta per il pranzo. Ci abbiamo messo un po' per trovare un posto che ci ospitasse tutti quanti, ma alla fine abbiamo mangiato... il facocero. Buono!! Un po' duro ma buono! Nel frattempo ci siamo riuniti con il gruppo che finora ha lavorato al nord, a Kassak Nord.
Dopo pranzo di nuovo pulmino e si riparte... pennichella dopo pranzo, bruscamente interrotta da una manovra da manuale per evitare un bambino che attraversava come se niente fosse la strada. In quel momento, tranne (forse) l'autista, dormivamo un po' tutti e quindi cosa sia successo sul serio non è dato saperlo, tanto che nel giro di 5 minuti c'erano già almeno 5 o 6 versioni dell'accaduto, più o meno fantasiose. Grandi applausi per la manovra e poi brusca sosta per una buona puzza di bruciato... fine del semiasse, e fine del nostro viaggio, in mezzo alla brousse, di fianco a un villaggio con nulla di nulla, ma che finalmente mi ricorda un sacco il Burkina dell'anno scorso. Forse la terra era un po' più rossa, ma cambia poco... Dopo un'oretta è venuto a prenderci un camion, che ha caricato tutta la banda più i bagagli e ci ha portato a destinazione, tra polveroni apocalittici e innumerevoli cimici che ti si infilavano da tutte le parti. Arrivati al villaggio, grande festa, con canti, balli e un mucchio di gente che ci aspettava. Discorso ufficiale davanti alla casa, con presentazione al capo villaggio “il nostro villaggio è il vostro villaggio” “qui siete a casa vostra” e così via. Bella storia. Basta poco per sentirsi importanti!!
Sistemazione un po' problematica nella nuova casa, forse un po' piccolina per quanti siamo (soprattutto per i bagni...), ma, e non ci avrei mai nemmeno sperato, la notte è un po' più fresco, tanto che al mattino si sono tutti lamentati, tranne Roberto e me, che a Malika dormivamo praticamente in un forno e che finalmente abbiamo trovato qualcosa di meglio!!