21 novembre (13° giorno a Nanoro)Notte tranquilla, a parte la ricarica dell’anestetico al paziente operato alla spalla e una serie di asini che litigavano qua vicino. Il cateterino funziona!!! Il paziente non ha troppo male e il catetere non si è dislocato: un blocco interscalenico continuo non mi era mai riuscito a casa, mi viene in Africa: sarà un segno?Oggi sono andato con Maurizio, Piero, Ilaria ed Henri a Ouaga a fare un po’ di sano shopping turistico. A Ouaga non è che ci sia molto da vedere, ma il traffico è già uno spettacolo di per sé: qui riescono a viaggiare su qualsiasi veicolo a due ruote portandosi dietro di tutto. Abbiamo visto una bici praticamente sommersa da polli, uno con due maiali caricati sul portapacchi di una motoretta, gente che viaggia in bici o in moto con sacchi che farebbero invidia a babbo natale, robe incredibili. Ma non uno, due, sono a decine, centinaia, un macello senza paragoni, il tutto in un polverone mastodontico, gasando la città con scarichi azzurrognoli e senza rispettare un segnale.Pranzo dai padri camilliani di Ouaga, dove ho trascorso i primi giorni in attesa della valigia. Se lo ricordavano tutti ed erano molto contenti dell’arrivo del mio bagaglio, anche se continuano a dire Air Maroc ahi ahi ahi, come la pubblicità dell’Alpitour. È incredibile, con i camilliani il mangiare non manca mai, vai in un posto e c’è sempre un posto a tavola che ti aspetta. Che bello, ti senti veramente a casa!Dopo pranzo caffè in uno dei ristoranti di Ouaga, pieno di gente bianca, vedere bianchi in giro fa effetto!Shopping sfrenato in negozietti e mercatini dell’artigianato. Qui nei mercatini si contratta un po’ ma non troppo, nessuno ti infastidisce se non vuoi comprare e alla fine porti via un sacco di roba veramente con poco, altro che mercanti arabi! Vero che non si contratta troppo, ma al terzo acquisto ero già sfinito, un po’ per il viaggio, un po’ perché mercanteggiare stanca un sacco. Tra i vari acquisti abbiamo fatto un salto la Marina Market, supermercato gestito da Libanesi dove si trova di tutto, meglio che all’Ipercoop. Comprato il caffè Lavazza, che era finito, praticamente una tragedia!Ritorno a Nanoro tra il traffico serale di Ouaga, un bel viaggio sotto una magnifica stellata, che ha poco da invidiare a quelle dei primi giorni. L’harmattan, il vento dei giorni scorsi si è un po’ calmato, e il cielo sta pian piano tornando limpido.Dopo cena, giro dei malati con Henry, forse la parte migliore della giornata, a cercare di fare qualcosa di utile per tutti quegli occhioni che ti guardano speranzosi dai loro lettucci, tra odori che è meglio non descrivere e varie forme di vita che hanno poco a che vedere con un ospedale. Ma ho capito che questa è la medicina tropicale, e questo è uno dei migliori ospedali dell’Africa occidentale.Penso che una volta tornato a casa sarà molto difficile lamentarsi di qualcosa!